lunedì 7 novembre 2011

Le dimensioni contano

Avvertenze per l'uso: questa non è una lezione sul minimalismo, non sono presenti concetti corretti e termini assoluti. E' solo una mia interpretazione, o, meglio, una mia visione della realtà ed in particolare del minimalismo in fotografia. E, certo, offre un campo di visuale ridotto: 46°. 

La fotografia è un mezzo bidimensionale per esprimere una realtà che di dimensioni ne ha almeno quattro. Forse è proprio partendo da questo concetto e da questo limite che si può tirar fuori il meglio da questo strumento. In ogni caso è necessaria consapevolezza di questo limite per poter rappresentare più dimensioni di quelle che, ragionevolmente, si possono imprimere su un pezzo di carta.
Uno dei filoni fotografici che meglio si adatta alla bidimensionalità è il minimalismo che, in qualche caso, riesce a sfociare in composizioni astratte, slegate completamente dalla realtà da cui partono offrendo una immagine di solo forme e/o toni.

In alcuni casi questo potrà sembrare un mero esercizio di stile, o uno studio sulla composizione o sul bilanciamento del bianco. Ma i quadri di Mondrian erano studi di colore o delle proporzioni e basta? Adoro alcuni sui quadri: mostrano un'armonia difficilmente raggiungibile con sole linee rette e colori primari. No, non sono studi di colore. Sono un'elevata espressione di un artista che ancora oggi ha la sua influenza, e di anni ne sono possati.
La differenza in fotografia consiste dal non partire da una tela bianca. La tela è enorme, colorata e varia composizione a seconda del punto di vista. Ci puoi anche camminare dentro. O, meglio, ci stai già camminando (ma tranquillo, non ti faranno scegliere tra la pillola rosssa e la pillola blu). Il fotografo che punta al minimalismo ritaglia un pezzo di questa tela presa da una giusta angolazione. E questo ritaglio offre proporzioni, armonie, semplicità, grafismo.
Questa ricerca fotografica del particolare parte già da un mondo tridimensionale: il tempo non c'è. L'istante non si trova sul gradino più alto del podio delle dimensioni, a differenza di altri generi in cui è l'attimo a farla da padrone. Spesso, poi, la profondità viene schiacciata, compressa, annullata, per offrire una pulizia delle linee e delle forme. Il minimalismo offre una visione particolare della realtà, intesa sia come "del particolare" che come "alternativa". Ma la grandiosità di una foto minimalista (così come di un quadro) risiede nel non considerare la bidimensionalità come limite ma come forma di espressione.
Come per altri generi fotografici sono "credente ma non praticante". Quello che vedete è il massimo che fino ad oggi sono riuscito ad esprimere in questo filone. Non si tratta di una completa astrazione della realtà ma ho voluto mantenere il contatto con la realtà e con la fisicità della strada. Come un quadro de stijl impresso su carta trasparente ed esposto su un muro. "Colour and shapes", scattata a Como, a settembre 2011.

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