martedì 6 settembre 2011

I shoot film

Io scatto a pellicola, ogni tanto, saltuariamente, ma con grande soddisfazione. Nel mio processo mentale di avvicinamento e approfondimento nel mondo fotografico sono partito, concettualmente, da quelli che molti definirebbero grafica e non fotografia. Abbandonato. Forse un giorno sarà ripreso.
Così, come nell'evoluzione dei miei gusti musicali, ho cominciato a togliere, sintetizzare, spogliare. Tornare alle radici della musica musica, tornare alle radici della fotografia.
Così ho preso per  poche decine di euro una pentax k1000, famosa per essere robusta, affidabile ed economica (la seconda versione, quella assemblata in Cina, che la prima versione costa almeno il doppio). L'ottica? Un 50mm (regalatomi dall'offerente su ebay perché il corpo macchina è sprovvisto di tappo). Niente zoom, niente settaggi particolari. Scegli la pellicola (un pò a caso, almeno all'inizio) e ti restano:
  • una ghiera dei diaframmi
  • una rotella dei tempi
  • la ghiera della messa a fuoco
  • la levetta di avanzamento della pellicola
Non ci sono altri pulsanti, altre impostazioni, nulla. Vedi con la stessa prospettiva con cui vede l'occhio umano. E' il modo più naturale di fotografare. Ed i risultati? Un bianchennero che con un paio d'ore di postproduzione al computer mi sogno (ammetto però di non essere un genio nello sistemare le foto al piccì). Ma la cosa più bella è che le foto (a meno che non le sviluppi a casa e le scansioni per lasciarle solo su supporto digitale) vanno in stampa e, una volta arrivate, le puoi toccare e vedere in un modo completamente nuovo. E sono già pronte. Non disdegno il digitale ma la pellicola è un ottimo modo per partire. Dal semplice, per poi complicarsi la vita (ma con consapevolezza).
La foto di questo post ritrae mia nipote, Gea.

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